lunedì 27 febbraio 2012

Evgen Bavčar - Il buio è uno spazio.

25 febbraio 2012
Due corridoi. Sei pareti.
Questo è lo spazio riservato agli occhi "non vedenti" di Evgen Bavčar.

Entro e subito vengo rapita dai suoi due autoritratti.
Uno in particolare: bianco e nero, con fasci di luce che circondano la sua sagoma ben riconoscibile.
Sembrava un pò di vedere me stessa, nei miei autoritratti.

Qualche passo e la serie "Carezze di luce": ogni fotografia è una donna, il corpo di una donna, avvolto nel buio, nella grana, circondato da scie luminose che ne esaltano le linee, che confondono lo spazio circostante, che muovono l'immagine.
Foto in bianco e nero e foto a colori queste. Luce che diventa acqua, luce che accarezza.

Arriva ora la serie "Infanzia" con una fotografia che su tutte prevale:


Emozionante, carica di elementi onirici, insieme di gioia ed inquietudine. 
Ci sento libertà e semplicità. Ci vedo la futura e rapida perdita di entrambe.

Belle, e a me affini, anche le doppie esposizioni.
Il volto di un bambino in un giardino, cioè in ciò che guarda; braccia, mani che tengono colombe che volano - o fluttuano - davanti ad un cancello: v i s i o n i .


Arrivo così alla fine del primo corridoio, dove incontro i "Paesaggi sloveni", anch'essi onirici ma così veri, decisi.
Paesaggi neri, fotografie buie che mostrano solo ciò che è importante vedere: una strada, un albero, un muro. Vedere per sognare altro.

E poi ancora corpi, di nuovo sovrimpressioni, nuove sensazioni.
"Vista tattile": mani che toccano oggetti, mani che sfiorano corpi, volti...mani che tengono colombe in un gioco infantile, facile da scoprire, così bello perché ingenuo, così immediato perché istintivo.
Così come semplici e accessibili sono i suoi set, con fondali che altro non sono che lenzuoli neri, di cui possiamo vedere tutte le pieghe, tutte le morbidezze.

Ed eccola, l'ultima fotografia.
L'unica già spiata nel web, perfetta.


Fotografie di piccole dimensioni, tutte incorniciate e protette da un vetro sottile.
Tutte perfettamente coerenti l'una con l'altra, in questo viaggio nel buio che è uno spazio.

"Affinità luminose tra me e lui. Esperienza visiva, tattile, sensoriale, fotografica. "
Esco.

Veronica Gabriele.